DESIGN
La prima cosa che si prova guardando la neonata di Casadio, è una singolare sensazione di leggerezza. La matita che l’ha disegnata, ha lavorato per sottrazione, uno scalpello su carta. Il frutto di questo sforzo lo si può apprezzare nella scanalatura centrale che percorre l’intero corpo, tagliandolo in due emicampi simmetrici.
Ma sono le faccette laterali il vero tratto distintivo del modello. Abbracciano l’acciaio come una scocca viva. Come se un corpo totemico si fosse svegliato da un sonno profondo, espandendo il proprio esoscheletro: un guscio che si adatta al respiro e alla crescita di una creatura che sbuffa vapore.
Questa sua caratteristica all’apparenza solo stilistica, richiama la modularità tecnica dell’oggetto. Le stesse faccette – infatti – possono avvolgere modelli di dimensioni diverse: da uno a tre carter, pronti a far scorrere fiumi di caffè.
La caratteristica più interessante delle carenature modulari è che possono essere personalizzate secondo le esigenze del nuovo proprietario. Dal colore ai pattern grafici, dalle illustrazioni alle immagini fotografiche, le combinazioni possibili sono pressoché infinite. Siamo nell’era della customizzazione senza compromessi e il fervente mondo dell’automotive ne è testimonianza ispiratrice.
RICERCA
Il metallo cromato della nuova Casadio, scivola ed emerge dal rivestimento quel che basta per offrire al fruitore un’interfaccia chiara e spaziosa.
Ed eccoci di fronte a un elemento cardine del Progetto Nettuno: lo sviluppo del design dell’intera macchina è ruotato attorno a quello della sua interfaccia. Non è un caso che la forma dei tasti, dello schermo e dell’icon set, richiama quella della scanalatura centrale e dei carter stessi: un’unghia elegante che definisce l’identità della macchina.
